L’ecografia dei linfonodi studia i noduli linfatici (o linfonodi) in tutte le stazioni linfonodali superficiali e più frequentemente nel collo, nelle regioni sopraclaveari, nel cavo ascellare ed in sede inguinale e poplitea. Questo tipo di esame permette di valutare le dimensioni e le caratteristiche morfologiche dei linfonodi; con l’ausilio del color-Doppler, inoltre, permette di discriminare sulla natura benigna o maligna della linfoadenopatia. Una volta individuata una linfoadenopatia sospetta si può procedere ad un’aspirazione ecoguidata della lesione. Questa tecnica, oggi diffusissima, si chiama agoaspirato ecoguidato (FNA: fine needle aspiration), che vuol dire aspirazione mediante un ago sottile. Si tratta di una vera e propria agobiopsia ecoguidata che permette di fare una accurata valutazione citologica sulla natura della lesione.
L’esame non prevede una preparazione specifica.
L’ecografia mammaria è un esame importante per la diagnosi delle malattie della mammella: patologie benigne come cisti, fibroadenomi, mastopatia fibrocistica, e patologie maligne come i tumori. Le mammelle sono formate da una porzione ghiandolare (da cui possono aver origine eventuali neoplasie), da grasso e tessuto fibroso. Nelle donne giovani prevale la componente ghiandolare mentre con il progredire dell’età questa parte si riduce a favore della componente adiposa e fibrosa. È quindi un esame particolarmente indicato per le donne sotto i 40 anni. Si tratta di un esame che viene eseguito a seguito di altri esami quali la palpazione e la mammografia. Se nel corso di questi sono identificate alterazioni nodulari (palpazione) o aree che generano sospetti (mammografia) si procede con l’ecografia al fine di eliminare il dubbio diagnostico che si è venuto a creare. Non sono previste preparazioni specifiche per l’esecuzione dell’ecografia mammaria. L’invito per le pazienti è quello di portare con sé i risultati delle ultime ecografie o mammografie eseguite, così che il medico possa valutare eventuali anomalie rispetto al passato.
L’ecografia muscolo-tendinea o muscolo-scheletrica consente di indagare tutte le patologie a carico dei muscoli o dei tendini. È un esame particolarmente indicato in caso di stiramenti e sospetti strappi muscolari, contusioni, tendiniti (al gomito, ginocchio, piede, mano, spalla, polso, caviglia, tendine di Achille), cisti, borsiti, ematomi sottocutanei o intramuscolari. Non sono previste preparazioni specifiche.
Nel corso di una gravidanza normale devono essere eseguite almeno tre ecografie ostetriche, nel primo trimestre (in genere tra la 11a e la 13a settimana), nel secondo (a 19-22 settimane) e nel terzo trimestre (a 30-34 settimane). L’esame può essere ripetuto più volte, o eseguito in periodi differenti della gravidanza, su indicazione del medico. Con la prima ecografia, chiamata anche “Office” ed eseguita a supporto della visita ostetrica, è possibile visualizzare il numero dei feti – verificando che si tratti o meno di un parto gemellare – l’attività del cuore del feto e i movimenti del feto stesso. In seguito all’esecuzione di questa ecografia il medico riesce a determinare il periodo esatto della gravidanza. Con la seconda ecografia, detta “morfologica” vengono misurati gli organi fondamentali del feto – la testa, l’addome e il femore fetale, la colonna vertebrale – e le misurazioni ottenute vengono confrontate con quelle delle curve di riferimento. Un’operazione che permette di verificare che il feto abbia le dimensioni giuste, proprie del periodo esaminato, e non presenti malformazioni. Alcune malformazioni, però, possono non essere individuate attraverso l’ecografia. La terza ecografia, detta di “accrescimento”, serve soprattutto per verificare la crescita del feto, facendo riferimento agli stessi organi misurati nella “morfologica”, calcolandone anche il peso. Nel caso in cui si registrino patologie della crescita, possono essere programmati controlli ecografici aggiuntivi, per monitorare l’andamento della gravidanza fino al termine ostetrico. Le ecografie ostetriche non richiedono una preparazione specifica.
L’ecografia pancreatica consente di studiare il pancreas, i suoi dotti e le strutture vascolari connesse. Con questo esame è possibile anche evidenziare eventuali problemi alle vie biliari come dilatazioni, calcoli e tumori. Per eseguire l’esame è necessario essere a digiuno da cibi solidi da circa 6 ore senza sospendere eventuale terapie nonché bere circa mezzo litro di acqua naturale 2 ore prima e non urinare.
L’ecografia delle parete addominale consente di valutare la presenza o meno della diastasi dei retti dell’addome con eventuale classificazione della diastasi, e/o di ernie che impegnano la parete;. L’ernia della parete addominale include tutti i casi in cui un viscere intestinale, o una sua parte, fuoriesce dalla sua sede naturale approfittando della debolezza dei muscoli e delle fasce dell’addome o di una “porta” naturale come l’ombelico o altri canali. Ciò si verifica in seguito a varie cause, più di frequente congenite, presenti fin dalla nascita, o per lo sforzo o per il progressivo invecchiamento e rilassamento dei muscoli che sostengono l’addome. L’esame non prevede una preparazione specifica.
L’ecografia pelvica sovrapubica o dell’addome inferiore permette di studiare i principali organi dell’addome inferiore o dello scavo pelvico (vescica, prostata maschile, genitali interni femminili). Per eseguire l’esame è necessario bere circa mezzo litro di acqua naturale 2 ore prima dell’esame e non urinare.
L’ecografia prostatica sovrapubica è un esame che consente di studiare le dimensioni e la struttura della prostata in maniera non invasiva. Con lo stesso esame si valuta inoltre la capacità della vescica di svuotarsi correttamente. La prostata è una ghiandola che si trova immediatamente al di sotto della vescica e riveste un’importante funzione nella produzione del liquido seminale; al suo interno passa l’uretra che serve a portare l’urina fuori dalla vescica: questo spiega perché quando la prostata si ingrossa (ipertrofia prostatica) si ha difficoltà ad urinare. L’ecografia è pertanto indicata nel sospetto di ipertrofia prostatica (necessità di alzarsi la notte per urinare, getto dell’urina ridotto, scarsa capacità a trattenere l’urina), ma anche in caso di aumento del PSA (antigene prostatico specifico che si dosa nel sangue) che induce a sospettare la presenza di un tumore. L’esame è utile anche nelle patologie infiammatorie (prostatiti). E’ possibile eseguire l’esame per via sovrapubica (appoggiando la sonda sulla pancia) o per via transrettale (inserendo una sonda come quella in figura in basso nel retto). Nel primo caso è possibile solo valutare le dimensioni della ghiandola e grossolanamente la sua struttura mentre nel secondo è possibile verificare la presenza di eventuali noduli tumorali. Per effettuare l’esame è necessario arrivare al momento dell’esame con la vescica molto piena; bisogna pertanto bere almeno un litro di acqua 30 minuti prima dell’orario previsto per l’esame. Dal momento in cui si inizia a bere non bisogna più urinare. Subito dopo dell’esame si potrà svuotare la vescica. La compressione della sonda sulla vescica piena risulta piuttosto fastidiosa ma l’esame dura pochi minuti.
L’ecografia prostatica transrettale consente di verificare le dimensioni e la morfologia della prostata. Lesioni o formazioni anomale sono ricercate attraverso una sonda ecografica lubrificata che viene inserita nell’ampolla rettale del paziente. L’ecografia della prostata transrettale serve a: valutare lo stato di salute della prostata quando si presentano disturbi o sintomi sospetti (come diminuzione del getto urinario, difficoltà a urinare o minzione frequente, infertilità); verificare dubbi derivanti dall’esplorazione rettale eseguita nel corso di una visita urologica; effettuare una diagnosi precoce di tumore alla prostata, verificare la risposta a una terapia medica intrapresa per risolvere disturbi minzionali. L’esame richiede che l’ampolla rettale sia completamente vuota. Per questo 3-4 ore prima dell’esame può essere praticato un clistere. In alternativa, la sera prima o la mattina stessa, è possibile utilizzare una supposta di glicerina. Per eseguire l’esame inoltre è necessario bere circa mezzo litro di acqua naturale 2 ore prima dell’esame e non urinare.
L’ecografia renale o dell’apparato urinario consente di studiare gli organi dell’apparato urinario, in primo luogo i reni, le vie urinarie e la vescica, ma anche altri organi a essi contigui o connessi (ghiandole surrenali, retroperitoneo, prostata, ecc.), serve quindi a studiare volumetria e morfologia renali, e a individuare la presenza di eventuali patologie organiche, quali malformazioni, cisti, tumori, calcoli. Nel caso di coliche renali è spesso possibile documentare la presenza e la sede di calcoli ureterali. Nel caso di sangue nelle urine è generalmente possibile escludere la presenza di anomalie delle vie urinarie o di patologie tumorali a carico di reni e vescica. In pazienti affetti da ipertrofia prostatica è possibile inoltre valutare la volumetria e la morfologia prostatica e quantificare un eventuale ristagno urinario postminzionale. Per eseguire l’esame inoltre è necessario bere circa mezzo litro di acqua naturale 2 ore prima dell’esame e non urinare È preferibile una dieta leggera nelle 4-6 ore precedenti l’esame.
L’ecografia splenica serve per dimostrare con grande accuratezza e precisione la presenza di una patologia della milza. In particolare tale metodica permette di individuare la presenza di cisti, noduli, neoplasie, traumi e patologie associate a malattie del fegato. Inoltre si indaga in la presenza di malattie del sangue (anemie, leucemie e linfomi). Per eseguire l’esame è necessario essere a digiuno da cibi solidi da circa 6 ore senza sospendere eventuale terapie nonché bere circa mezzo litro di acqua naturale 2 ore prima e non urinare.
L’ecografia scrotale o testicolare serve a individuare patologie legate all’apparato genitale maschile tra cui: il varicocele, dilatazione delle vene testicolari, con conseguente iper-afflusso di sangue all’interno dei testicoli; l’orchite, infiammazione acuta di uno o di entrambi i testicoli; l’idrocele, presenza eccessiva di liquido all’interno delle borse scrotali; la torsione del testicolo, che può comportare un’occlusione dei vasi sanguigni che portano sangue al testicolo, con conseguente ischemia di quest’ultimo; lo speratocele, dilatazione dei tubuli che si trovano negli epididimi (i canali che trasportano gli spermatozoi dal testicolo verso la prostata), che può determinare una riduzione del numero degli spermatozooi. L’ecografia testicolare (scrotale) permette anche di diagnosticare la presenza di un tumore testicolare. L’esame non prevede una preparazione specifica.
L’ecografia della tiroide o tiroidea fornisce inoltre misure oggettive del volume della tiroide e delle lesioni in essa contenute, ed è in grado di evidenziare, anche grazie all’impiego del color-doppler, elementi di malignità e selezionare le lesioni da sottoporre ad agobiopsia mirata mediante ago sottile. L’esame consente di rilevare la presenza di noduli, definirne morfologia, dimensione, struttura e valutare ulteriori alterazioni a carico della ghiandola tiroidea. In assenza di un nodulo rilevabile alla palpazione, l’ecografia tiroidea va eseguita nei soggetti in cui vi sia un sospetto di tireopatia, cioè di una patologia legata alla tiroide, o se esistano fattori di rischio genetico o ambientale per lo sviluppo di una patologia di tale natura. L’esame non prevede una preparazione specifica se non quello di non indossare indumenti a collo alto il giorno dell’esame.
L’ecografia transfontanellare si realizza per osservare e studiare i tessuti cerebrali ed i ventricoli attraverso la fontanella anteriore ancora aperta al fine di rilevare nel feto la presenza di idrocefalo congenito o acquisito e di stabilirne le caratteristiche. È un esame postnatale da effettuarsi entro i primi 12 mesi di vita, durante i quali la sintomatologia riscontrata nei pazienti è la seguente: incremento anomalo della circonferenza cranica irritabilità, letargia e tensione della fontanella anteriore. Nei casi di prematurità, che comporta un alto rischio di emorragia ai ventricoli nei neonati di peso inferiore al chilogrammo. L’ecografia viene impiegata anche nel caso di asfissia (assenza o ossigeno scarso che impedisce una respirazione normale) o insufficienza respiratoria, nel caso in cui vi siano malformazioni o si sospettano o quando si riscontrano anomalie nel cranio. Può essere applicata anche nel caso di idrocefalo congenito, ovvero quando si verifica un aumento di liquido cefalo-rachidiano nei ventricoli. L’esame non prevede una preparazione specifica.
L’ecografia transvaginale è un esame che consente di visualizzare la morfologia e lo stato di salute degli organi genitali interni femminili. Spesso eseguita insieme alla visita ginecologica per valutare l’apparato genitale interno femminile, permette anche di diagnosticare le patologie benigne e maligne dell‘ovaio, le patologie dell’endometrio e la presenza di fibromi uterini. L’esame si svolge con l’introduzione nella vagina di una piccola sonda ricoperta da un coprisonda in lattice e lubrificata con un gel. L’ecografia transvaginale deve essere svolta preferibilmente a vescica vuota.